Durante by Andrea de Carlo

autore:Andrea de Carlo [Carlo, Andrea de]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788845261039
Google: JpsLAQAAMAAJ
editore: Bompiani
pubblicato: 2008-05-14T22:00:00+00:00

Astrid al telefono aveva un tono agitato

Astrid al telefono aveva un tono agitato, ha detto “Ieri sera ti avrò chiamato dieci volte, non rispondevi né sul fisso né sul cellulare”.

“Ero da Tom, e avevo dimenticato il cellulare a casa” ho detto.

“Da Tom?” ha detto lei.

“Con Durante” ho detto. “È tornato.” Aspettavo che mi dicesse che lo sapeva, che si erano parlati al telefono.

“Davvero?” ha detto lei.

“È venuto qui a casa” ho detto.

“E come sta?” ha detto lei.

“Bene” ho detto. “Ma vi siete parlati al telefono, no? Lo sai anche tu, come sta.”

“Sì, sì” ha detto lei, come se non avesse cercato di nascondermelo fino a un attimo prima.

Mi sono chiesto se raccontarle di Elisa e del bacio tra lei e Durante, ma non ero sicuro di quale sarebbe stata la sua reazione. Ho detto “Li ho aiutati a fare un recinto per il cavallo”.

“Per Nimbus?” ha detto Astrid.

“Sì” ho detto, disturbato solo in parte dalla familiarità con cui pronunciava il nome.

“Ma, fino a che ora sei rimasto?” ha detto lei.

“Che ne so” ho detto. Mi dava fastidio che continuasse a pretendere informazioni come per un diritto acquisito, senza nessuna contropartita.

“Come che ne sai?” ha detto lei, tesa quanto me.

“Fino alle due, alle tre, non ho idea” ho detto. “Non ho guardato l’orologio.”

“E cos’avete fatto?” ha detto lei.

“Mangiato, parlato” ho detto. “È un interrogatorio, questo?”

“Volevo solo sapere” ha detto lei. “Mi ero preoccupata a non trovarti.”

“Perché?” ho detto. “Cosa pensavi che potesse essermi successo?”

“Non lo so” ha detto lei. “Di solito siamo sempre in casa, la sera.”

“Questa volta invece ero fuori” ho detto.

“Mi bastava saperlo” ha detto lei.

“Adesso lo sai” ho detto.

“Non c’è bisogno che ti irriti” ha detto lei.

“Non mi irrito” ho detto, pensando che il termine era totalmente inadeguato a definire lo stato dei miei sentimenti, o dei suoi.

“Il lavoro come va?” ha detto lei.

“Lentamente” ho detto. “La lana mi fa soffocare solo a guardarla, con questo caldo.”

“Qui piove, anche oggi” ha detto lei. “Sedici gradi.”

Poi avevamo già esaurito gli argomenti di conversazione, o almeno quelli che eravamo disposti ad affrontare; ci siamo salutati. Ho finito la mia tazza di tè di menta, sciacquato la tazza e la teiera nel lavello, sono andato a lavarmi i denti. Avevo i muscoli indolenziti e non ero lucidissimo, il lavoro nel campo del giorno prima e la birra della sera e il poco sonno della notte mi velavano i pensieri.

Ho preso il cannocchiale, sono uscito con Oscar nel prato davanti a casa. Il cielo era quasi bianco per la calura, le cicale frinivano come un’orchestra di instancabili lavoratori del suono sparsi in ogni angolo della campagna. Sono andato al margine del pianoro, ho puntato il cannocchiale verso la casa di Tom dall’altra parte della valle. Nimbus era all’ombra del fico, ma non riuscivo a distinguere presenze umane sotto il portico o nei dintorni. Mi chiedevo cosa fosse successo tra Durante e Elisa dopo che me n’ero andato: se avevano continuato a fare finta di niente o invece se n’erano andati a letto

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